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Uguali per cambiare: gli standard per evolvere

Ogni giorno di più la nostra Professione ci richiede di acquisire nuove competenze per la gestione della salute dei pazienti a 360°; questa evoluzione cosi rapida inevitabilmente prevede che si debba affrontare il tema della standardizzazione e della riproducibilità di ogni processo che viene attuato in farmacia.

Durante il percorso di studi, noi tutti siamo sempre stati “ossessionati” da tre caratteristiche che il farmaco deve avere e mantenere durante tutto il suo ciclo di vita: QUALITA’, EFFICACIA E SICUREZZA.

Probabilmente abbiamo sempre dato un peso relativo a queste parole o semplicemente le abbiamo sempre collegate al solo concetto di “medicinale”. In realtà queste parole ritornano in ogni ogni aspetto della nostra vita professionale. Crediamo veramente che l’atto professionale per eccellenza del farmacista, ovvero la dispensazione del farmaco, sia estraneo a queste concetti?? Forse non ci siamo mai soffermati a riflettere sul fatto che, durante la spedizione di una ricetta, il farmacista applica mentalmente un processo atto a verificarne la validità in tutti i suoi formalismi e ne verifica professionalmente e criticamente la sicurezza.

Da queste riflessioni ha preso origine il quinto tavolo di confronto dal titolo “Come può cambiare il ruolo del farmacista”.

L’ apertura dei lavori è stata a cura del Prof. Nicola Realdon che ha fatto una fotografia dell’attuale professione di farmacista, di come questa si fondi per sua natura sui concetti di qualità, di come le procedure siano di frequente applicate in farmacia, a volte inconsapevolmente, e come questi concetti siano al contempo il presente, ma anche la base per il futuro del farmacista. L’ambito di attuazione è trasversale e coinvolge il farmacista in ogni sua declinazione, ma in maniera particolare è importante per il farmacista che lavora sul territorio e che oggi è impegnato in quella che il professore ha definito la “nuova farmacia”, la farmacia della continuità assistenziale e non più la semplice farmacia aperta al pubblico legata alla “scatoletta” di medicinale.

La parola passa poi a Certiquality, azienda leader delle certificazioni, rappresentata in questa serata dall’ Ing. Romaniello e dalla Dr.ssa Ronsivalle. Proprio Romaniello ricorda come un giovanissimo Andrea Mandelli, circa 20 anni fa, aveva affrontato con lui la necessità che la farmacia italiana acquisisse delle certificazioni e una standardizzazione delle attività. L’ ingegnere affronta poi la distinzione tra certificazioni volontarie e cogenti, come nel caso delle marcature CE. A questo proposito si è fatto cenno agli enti di normazione internazionale che intervengono proprio per garantire regole univoche. Gli enti di accreditamento invece certificano la conformità ad una certa norma, volontaria o cogente che sia. In questa famiglia di “norme” rientra la ISO9001, che è una norma di sistema a differenza di quelle di prodotto. Ed è proprio quest’ultima norma che può essere applicata alla farmacia per generare un sistema di qualità basato su controlli e procedure che oltre alla qualità siano in grado di garantire la riproducibilità e il controllo.

Dopo questo fermo immagine si entra nel vivo della trattazione pratica della qualità in farmacia. Esempio calzante di questo concetto sono sicuramente le norme di buona produzione (per l’industria) e le norme di buona preparazione per la farmacia. Entrambi questi insiemi di regole sono inserite in un sistema aziendale di qualità e ne fanno da garante. Nello specifico, le NBP non si esauriscono nell’allestimento, ma guidano il farmacista dal rapporto con il medico prescrittore fino al momento in cui il paziente usa il medicinale, rappresentando un vero esempio di sistema integrato. Un discorso analogo e parallelo vale per le norme HACCP. L’esempio pratico portato da Certiquality è invece l’ambito dei dispositivi medicini che, che per poter essere messi in commercio, devono avere caratteristiche ben precise: in questo caso il marchio CE è parimenti alle NBP, il baluardo garante di qualità del prodotto finito. L’ utilizzo del marchio diventa quindi una sicurezza di qualità costante e riproducibile all’interno dei flussi di questa tipologia di prodotti all’interno della farmacia. Entra qui in gioco il farmacista con la sua professionalità che deve saper riconoscere la validità del marchio e la sua veridicità.

Il microfono rimane quindi nelle mani di Certiquality che, partendo dalla domanda “come si certifica un processo”, spiega che per effettuare una certificazione di processo bisogna aver ben presente tutti gli eventi che lo caratterizzano, definire un punto di ingresso e un punto di uscita, ricordare che non basta un controllo a valle ma servono dei controlli intermedi e soprattutto avere sempre sotto mano le “regole” del processo stabilite a priori e che ne garantiscano la riproducibilità. Ovviamente il tutto non si esaurisce a processo concluso ma devono essere fatti controlli ex post del risultato finale.

Nell’ultima parte della discussione, ci si è soffermati sull’applicazione di questi concetti a quello che oggi rappresenta un grande spazio evolutivo per il farmacista e per la farmacia, ovvero la farmacia dei servizi e la telemedicina. Grazie agli approfondimenti dei relatori di Certiquality e alle suggestioni del Prof. Realdon, è apparso evidente come la strada per garantire la qualità dei nuovi servizi, di telemedicina o cognitivi che siano, debba necessariamente passare per la creazione di modelli operativi e procedure ad hoc che siano in grado, al contempo, di tutelare il paziente e il farmacista come professionista sanitario. E’ solo attraverso un percorso culturale di questo tipo che potremo ambire ad una credibilità nei confronti dei cittadini e del SSN tale da poter consolidare e rafforzare il nostro ruolo all’interno del sistema salute.

Se sapremo andare in questa direzione con consapevolezza e decisione, finalmente potremo uscire dal buio che la nostra professione ha vissuto per troppi anni; abbiamo davanti una grande occasione, forse l’ultima che ci verrà offerta: è nostro dovere comprenderla e sfruttarla al meglio per il nostro futuro!

A cura dei Dott.i Paolo Gerosa, Giacomo Operti e Matteo Zerbinato