Da circa due anni a oggi è possibile inserirsi nel mondo lavorativo della farmacia attraverso una nuova formula che prende il nome di “Tirocinio Formativo e di Orientamento”, più comunemente definito “Tirocinio Extra-Curriculare” . Questa misura formativa è finalizzata a creare un contatto diretto tra un Soggetto Ospitante e il Tirocinante, allo scopo di favorirne l’arricchimento del bagaglio di conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento lavorativo. Tali tirocini costituiscono un periodo di orientamento al lavoro e di formazione in una situazione che non si configura come un vero e proprio rapporto di lavoro.
Dall’altra parte prendono il nome di Extra-Curriculari poiché non rientrano nel Curriculum previsto dal piano di studi dei singoli studenti, e ad esso non è dunque associato il riconoscimento di crediti formativi universitari validi per la carriera accademica. Questo fa sì che si pongano a cavallo tra la realtà prettamente universitaria e il mondo lavorativo.
I soggetti chiamati in causa per l’attivazione di tale forma di contratto sono 3: il soggetto promotore, rappresentato dall’Università, il soggetto ospitante, pubblico o privato che sia e il tirocinante, il quale deve avere come requisito inderogabile il conseguimento di una Laurea triennale o magistrale, un Mater universitario o un Dottorato di ricerca.
Il ruolo della farmacia, in quanto soggetto ospitante, è molto importante e prevede la definizione di un progetto formativo in collaborazione con il soggetto promotore del tirocinio; un aspetto fondamentale è rappresentato dalla designazione di un tutor che abbia una funzione di affiancamento al tirocinante sul luogo di lavoro e che abbia quindi i requisiti di competenza professionale adeguato e coerente con il progetto formativo scelto. Sarà poi compito del tutor valutare l’esperienza svolta dal tirocinante ai fini del rilascio dell’attestazione dell’attività svolta e delle competenze acquisite durante il periodo di collaborazione.
La durata del percorso formativo può avere essere al massimo di sei mesi e deve essere iniziata entro i dodici mesi dal conseguimento di uno dei requisiti elencati in precedenza; l’impegno settimanale non potrà essere superiore alle 40 ore settimanali previste dal contratto collettivo nazionale dei lavoratori.
Per quanto riguarda la retribuzione è fissato un minimo di 600 euro lordi mensili da riconoscere al tirocinante in caso di 40 ore settimanali, che può essere incrementato dal soggetto ospitante discrezionalmente.
Ogni farmacia potrà collaborare con un numero di tirocinanti proporzionale al numero di dipendenti assunti.
Dal punto di vista dell’esperienza rappresenta sicuramente un vantaggio per entrambe le parti in causa: la farmacia si arricchisce di risorse giovani e pronte a supportare con innovazione la realtà lavorativa quotidiana; allo stesso tempo il tirocinante ha la possibilità di misurarsi con una nuova realtà e comprendere appieno il concetto di professionalità che contraddistingue il nostro ruolo, senza considerare la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro immediatamente terminati gli studi.
Nella realtà piemontese l’opinione degli addetti ai lavori è senza dubbio positiva, e la prova è data dal diffondersi di questa nuova forma di collaborazione che si è rivelata vincente ed è destinata a crescere nel tempo.
Dott. Emanuele Platter
Agifar Torino