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Sindrome post covid e i consigli del farmacista

È già da tempo ormai che oltre al noto covid 19 sentiamo parlare della sindrome del long-Covid o post -Covid.   Purtroppo, dal 50 all’80% dei pazienti infettati dal virus, i problemi non terminano al finire della malattia ma continuano per vari mesi, dando origine ad una vera e propria sindrome.

Ad oggi sono poco conosciute le cause scatenanti, così come mancano dati sulle caratteristiche dei possibili tipi di pazienti che possono esserne più esposti.  La tipologia dei disturbi è varia, spaziando da manifestazioni fisiche a neurologiche e psichiatriche. Nel dettaglio i soggetti sono affetti da difficoltà respiratorie, malessere diffuso, stanchezza e insonnia, dolori muscolari e articolari,  perdita della memoria e difficoltà di concentrazione, fino ad arrivare ad una vera e propria sindrome post-traumatica da stress, come quella che ha colpito gli operatori sanitari, messi a dura prova fisica e psicologica dopo un anno di pandemia.

La long Covid viene diagnosticata qualora si evidenzia il protrarsi nel paziente di uno o più sintomi della malattia dopo due mesi dalla negativizzazione,quando quest’ultimo non è più infettivo.

Tra le cause più probabili, anche in questo caso, viene indicata la forte reazione infiammatoria ed i conseguenti fenomeni di trombosi, che possono compromettere gli organi colpiti nel lungo periodo quali:  i polmoni, il cuore, i reni, il cervello e l’apparato muscolo-scheletrico.

Dal punto di vista epidemiologico le donne sono le più colpite. Fino ai 60 anni, hanno, addirittura, il doppio delle probabilità rispetto agli uomini di sviluppare la sindrome. Anche l’elevato indice di massa corporea, l’asma e la presenza di più di 5 sintomi entro la prima settimana di diagnosi di covid 19, sono associati ad un rischio maggiore di sviluppare la malattia.

Non ci sono, ad oggi, linee guida e terapie ben definite che possano aiutare ad uscire da questi sintomi, così come non è noto quanto tempo sarà necessario per eliminarli o se ci saranno danni permanenti. Tuttavia pare chiaro che iniziare un approccio terapeutico nel più breve tempo possibile possa migliorare di gran lunga la situazione. Infatti un programma di riabilitazione che preveda tanto una riabilitazione respiratoria quanto un percorso di ripresa motoria, associati a un corretto stile di vita e all’introduzione di supporti nutrizionali a base di vitamine e aminoacidi, rappresenta l’approccio più efficace per combattere gli effetti a lungo termine del Covid-19. Nel dettaglio, ad una integrazione ad hoc con aminoacidi e vitamine è utile far seguire poi un programma di  riabilitazione motoria adeguata ed introdurre supporti nutrizionali quantitativamente adeguati ai bisogni cellulari, sempre sotto controllo dello specialista.

Ricordando come il farmacista sia spesso il primo sanitario ad incontrare il paziente, può avere un ruolo fondamentale nel riconoscere i primi segnali della sindrome, soprattutto quelli legati alla salute mentale.  Oltre al consiglio diretto per il paziente, personalizzato sui sintomi specifici, il farmacista, come parte integrante della rete di assistenza territoriale, è fondamentale nel monitoraggio dell’evoluzione della patologia e nel confronto con altri operatori sanitari.

Coordinando perciò un efficiente network fra i presidi sanitari sul luogo e la competenza del farmacista per trattare questi specifici sintomi, non verrà meno il cardine della professione di soddisfare il bisogno di salute del cittadino.

 

A cura di Michela Soardi