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Oncologia pediatrica: un successo della medicina tra traguardi raggiunti e sfide future

Il 17 novembre 2020, Fenagifar in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi, ha realizzato un webinar sull’Oncologia pediatrica con il prezioso contributo della Prof.ssa Franca Fagioli, Direttore di Onco-ematologia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, nonché Presidente FIEOP. webinar ha avuto una notevole partecipazione con quasi 200 farmacisti collegati e ha permesso di aggiornarci sull’incidenza dei tumori pediatrici, sulle evoluzioni della ricerca e sulle nuove frontiere nel campo dell’oncologia pediatrica.

Incidenza dei tumori pediatrici

I tumori pediatrici sono un evento raro ma di importanza fondamentale perché rappresentano la principale causa di morte per malattia dopo il primo anno di vita e la seconda causa di morte negli adolescenti, dopo gli incidenti. In Italia, si ammalano circa 1400 bambini (0-14 anni) e 900 adolescenti, di circa 60 tipi istologici di malattie tumorali. Il tumore più frequente in età pediatrica è la leucemia linfoblastica acuta. Negli adolescenti, i più frequenti sono il linfoma di Hodgkin, il carcinoma della tiroide e la leucemia acuta e cronica. Le leucemie acute hanno un’incidenza del 97% e a loro volta si suddividono in mieloidi (20-25%) e linfoidi (60-70%).

Trattamenti e centri di riferimento.

Una corretta diagnosi è essenziale per indirizzare il piccolo paziente verso il corretto regime terapeutico e aumentarne l’aspettativa di vita. Data la difficoltà di diagnosi e cura per una malattia pediatrica, dissimile da quella degli adulti, fondamentale è il network fra i 49 centri dell’associazione onco-ematologia pediatrica, capillarmente distribuiti nel territorio italiano. La rete permette di condividere informazioni, realizzare diversi esami specialistici, di aver una diagnosi centralizzata e di attuare protocolli terapeutici validi a livello nazionale.

Vari sono i protocolli terapeutici attuabili come: chemioterapia, immunoterapia, chirurgia e radioterapia. La chemioterapia è il più grande successo della medicina nella leucemia linfoblastica acuta nell’età pediatrica, grazie all’ aumento della sopravvivenza del 91,6% vs il 10% degli anni 60’-70’, con una possibilità di esser liberi dalla malattia pari all’83%.

I nuovi progressi della medicina ci stanno però portando sempre più verso una terapia personalizzata.

Un ulteriore esempio di progresso terapeutico è rappresentato dalla nota terapia Car-T nei tumori del sangue che non rispondono alle terapie classiche. Questa tecnica, che rappresenta un’evoluzione della classica immunoterapia, consiste nella trasformazione delle cellule del sistema immunitario del malato affinché possano riconoscere ed eliminare il tumore. Sperimentate con successo già a partire dal 2012, ad oggi sono due le Car-T ufficialmente approvate dagli enti regolatori del farmaco: Tisagenlecleucel e Axicabtagene ciloleucel. La prima è stata approvata per la leucemia linfoblastica acuta a cellule B nei pazienti pediatrici fino ai 25 anni di età e per il linfoma diffuso a grandi cellule B negli adulti; la seconda negli adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B.

Come accade per tutti i tumori, anche l’osteosarcoma richiede un trattamento multidisciplinare. L’osteosarcoma è un tumore maligno raro che nasce dalle cellule ossee. Il trattamento prevede l’asportazione chirurgica coadiuvata dal trattamento chemioterapico per tutti i casi in cui il tumore si presenta ad alta malignità. Fino a cinquant’anni fa, l’intervento chirurgico consisteva nell’ amputazione dell’arto, oggi meno del cinque per cento dei pazienti necessità di questa drastica soluzione, mentre per la maggior parte dei pazienti è possibile rimuovere solo  la porzione dell’osso colpita dall’osteosarcoma a cui può seguire l’impianto di una protesi. Nel caso dei bambini è necessario considerare la mancata crescita dovuta al sacrificio della cartilagine di accrescimento dell’arto scegliendo dispositivi capaci di allungamento nel tempo. La chemioterapia (neoadiuvante) è utilizzata sia prima che dopo l’intervento di chirurgia ortopedica.

Il ruolo dei farmacisti

Operando in sinergia con i tutti i professionisti della salute possiamo gestire eventuali eventi avversi, supportare al meglio i pazienti e la famiglia che si trova coinvolta in questo difficile percorso per poter migliorare la loro qualità di vita.

A cura di Paolo Levantino