Di Davide Petrosillo
Presidente Fenagifar
ottobre 2017
Anagraficamente, non trovo difficoltà nel mettermi il nuovo camice e il lucente caduceo di chi si presenta oggi alla professione e osserva il multiforme scenario attuale, cercando di interpretarne il nuovo corso. È un po’ come quando ci si sporge da un’altura per esaminare il paesaggio circostante formato da sentieri, radure, grovigli, borghi e città, per individuare un nuovo cammino da intraprendere. È un quadro di luci e ombre che occorre certamente saper decodificare, non sottovalutandone i rischi, ma credo neppure facendosi sopraffare dalle paure.
I dubbi oggi emergenti sono rappresentati dalle multinazionali del grande commercio on line, in progressiva espansione in vari settori, e di come queste possano essere interessate anche al nostro settore. C’è l’incertezza dell’approssimarsi delle farmacie di proprietà del capitale e di come, dove, quando e quanto queste penetreranno nell’attuale sistema: quali ricadute potranno avere sul mercato di settore e sulla libertà professionale di chi dovrà dirigerle? Anche i nuovi modelli di cura del paziente cronico, cui stanno ricorrendo le Regioni in modo difforme tra loro, rappresentano perplessità per la farmacia, per l’assegnazione di nuove funzioni sanitarie a soggetti privati o per i programmi di aggregazione delle cure primarie che potrebbero rapidamente disorganizzare l’equilibrio su cui si è fondata la capillarità della farmacia, ossia, la compresenza della farmacia e dell’ambulatorio medico.
Questa analisi è stata più volte oggetto di approfondita discussione e già fonte dei programmi di attività di Fenagifar, nella consapevolezza di dover fornire un buon navigatore a chi deve affrontare un viaggio sconosciuto e nella convinzione che che qualsiasi tratto difficile del cammino, se previsto e ben affrontato, può portare a opportunità anziché a rischi. Restando ai giovani, intanto, posso testimoniare quanto sia forte in loro sia la volontà di impegnarsi per la professione sia la propensione a riporre in essa ogni speranza di realizzare sogni di soddisfazione e di affermazione professionale. Credo sia importante poter contare su chi ha desiderio di cogliere il testimone e altrettanto spero che questo ottimismo sia contagioso e “ammorbi” anche chi fosse, plausibilmente, demotivato.
Da quel che si legge, le premesse per una reazione d’orgoglio della farmacia ci sono tutte. Già si riscontrano, nelle ritrovate intese tra le diverse componenti della categoria, risultati attesi da tempo e ormai classificati come insperabili, come per il recente rinnovo della “Tariffa nazionale dei medicinali”. La progettualità verso il “fare rete” è molto di più di un navigatore se, con le forze di tutta la filiera, si riuscisse a mettere a disposizione delle farmacie che vogliono continuare a essere indipendenti i mezzi per potere competere con chi è più grande di loro. Ricordate la fionda di Davide? Ancora, i servizi cognitivi, ormai riconosciuti ufficialmente come utili al “sistema”, rappresentano nuove opportunità di sviluppo della farmacia italiana che è ormai pronta a uscire dallo stretto recinto della sola dispensazione del medicinale. Portiamo in noi, con la nostra preparazione, un valore supremo e insostituibile, quello di poter spendere competenze e responsabilità specifiche che nessun altro ci potrà mai sottrarre. Facciamone tesoro, impegnandoci in veste di coautori dello scenario futuro.