L’ultimo (quasi) triennio della nostra professione è stato connotato da un susseguirsi di sfide, pandemiche prima e gestionali poi, che ha richiesto ai titolari di farmacia abilità nel calibrare rapidamente contromosse organizzative. Ora che la morsa del Covid sembra essere, si spera, stazionaria (seppur con l’incognita della stagione fredda alle porte) ed i vaccini sono divenuti strutturali a suon di decreti fortemente auspicati dalla categoria, è il turno degli aumenti delle utenze di luce e gas, nonché di pari passo degli aumenti dei prodotti dell’industria.
Di pari passo, continua a galoppare nel nostro paese l’inflazione (8,9% a Settembre), che depaupera sempre più il potere d’acquisto del popolo italiano, già duramente colpito in specifici settori dalle restrizioni adottate negli anni pandemici.
Ma tutto questo, come impatta nelle nostre aziende in termini di ingressi ed acquisti?
Proviamo a fare una rapida panoramica dell’ultimo bimestre e trarne un vademecum per i mesi che saranno.
Ad Agosto, ad esempio, gli aumenti delle bollette sono arrivati fino a 3-4 volte il pari periodo dell’anno precedente, parametrati sulla forbice consumi effettivi e spesa derivante, spinti principalmente dal consumo di aria condizionata. La stagione invernale e la necessità di riscaldamento, visto anche il contesto socio-economico globale in cui il prezzo di queste risorse si colloca, non sembrano promettere meglio: nell’attesa delle ricadute operative del decreto sostegni e del credito d’imposta, urge allora gestire i consumi di luce comunicando alla clientela le motivazioni e fungendo anche, se vogliamo, da punto etico di sostenibilità, soprattutto viste le limitazioni che in ogni caso sembrano all’orizzonte.
La farmacia “vecchio modello di consumo” va rivista, aprendosi a fonti energetiche nuove quali pannelli solari.
Riguardo il tema inflazione invece, dopo un Luglio dai risultati gonfiati dall’andamento pandemico, Agosto è stato un mese di sostanziale assestamento con una tenuta degli ingressi (+2,7%) e delle vendite a valori e volumi (+3% di media). Questo dato rappresenta sempre una media nazionale, poiché nelle realtà non strettamente turistiche invece il ritorno alle ferie “fuori regione” ha portato a delle lievi flessioni. Settembre invece, mese notoriamente particolare vista la riapertura delle scuole ed il rientro dalle ferie, risente soprattutto nella prima parte di un calo di ingressi e di spesa, che in buona parte gli analisti imputano al fenomeno dell’inflazione.
Gli ingressi (-3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) ma soprattutto l’andamento dei consumi, che si orienta verso prodotti indispensabili per la salute con particolare attenzione alle offerte invece negli altri compartimenti merceologici, fa capire come la popolazione ragioni in termini di prodotti essenziali (farmaco +1,8%), tagliando ciò che non reputa tale (-8,5% di media tra i vari settori).
I prossimi mesi sicuramente richiederanno una grossa capacità di analisi aziendale ed, in funzione di ciò, indirizzi decisi su assortimento e politiche al banco, che non possono prescindere dal valutare come la farmacia sia forse l’azienda più nazional-popolare d’Italia e come non possa prescindere dal forte valore etico che l’ha sempre connotata.
L’attenzione massima verso il paziente e le sue esigenze, con il relativo aumento del tempo di permanenza dello stesso nel punto vendita (crollato durante il Covid), un’attenzione alla convenienza su prodotti di prima necessità ed una propensione a servizi particolarmente apprezzati (come vaccini e telemedicina), possono continuare a dare al paziente l’idea di farmacia come un luogo sicuro, accogliente ed al quale affidarsi nella cronicità.
Per il titolare, la necessaria attenzione ai costi non può prescindere da una selezione attenta dei fornitori e dalla scelta di prodotti “private label” che possano almeno in parte alleggerire l’azienda farmacia dai continui rincari di colossi farmaceutici.
A cura di Francesco Ferro Russo
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