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Il ruolo del farmacista nell’emicrania

L’emicrania è una patologia molto diffusa tra i soggetti con età inferiore ai 50 anni ed è stata definita anche per questo una “patologia sociale” che, da un punto di vista sanitario, ha altissimi costi, tra i 18 e 27 miliardi di euro all’anno in Europa. Dai dati riportati dal Global Partner of Desease, l’Italia si classifica tra le nazioni nel mondo a prevalenza più alta ed è la seconda malattia più disabilitante del genere umano, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

 

Chi soffre di emicrania nel nostro paese?

L’emicrania è una patologia che ha una prevalenza nella popolazione mondiale del 12%, pari a circa 1 miliardo di individui, di cui 6 milioni solo in Italia. Questi pazienti hanno età compresa tra 35 e 45 anni e le donne, a causa di differenze ormonali, hanno il doppio delle probabilità di soffrirne rispetto agli uomini. Esistono vari fattori scatenanti che possono contribuire agli attacchi di emicrania, tra cui stress, dieta, sonno irregolare e cambiamenti ormonali.

 

Qual è l’eziopatogenesi del dolore emicranico?

L’emicrania è una patologia complessa, caratterizzata da uno stato di iper eccitabilità del cervello e da un funzionamento alterato dei meccanismi che controllano il dolore. L’evento che sembra scatenare gli attacchi è l’infiammazione delle cellule nervose, nota come neuro infiammazione. Il “mal di testa”, infatti, è causato dall’attivazione di quella parte del cervello conosciuta con il nome di sistema trigemino-vascolare. L’attivazione di questa componente provoca il rilascio di sostanze pro-infiammatorie, tra cui neuropeptidi, che portano alla dilatazione dei vasi sanguigni e aumento del processo infiammatorio. Il cervello di un paziente emicranico si contraddistingue per la soglia del dolore ridotta, l’attacco emicranico può durare dalle 2 alle 72 ore.

L’emicrania episodica è caratterizzata da meno di 15 giorni al mese di comparsa degli attacchi, mentre in quella cronica le manifestazioni superano i 15 giorni al mese per tre mesi consecutivi.

 

Qual è il ruolo della farmacia?

In un’intervista realizzata durante il corso “EMICRANIA: non solo un mal di testa” presso l’Università della Calabria (CS), organizzato da Agifar Cosenza e Aisfa Cosenza, in collaborazione con la Responsabile del Centro Terapia del dolore presso ASP di CS e il Dipartimento di Farmacia e SSN, ad una paziente che soffre di emicrania cronica da circa 20 anni, sono emersi spunti interessanti per quanto concerne lo stato, la clinica e la diagnosi dei soggetti che ne soffrono. “Ha descritto il suo stato come la convivenza con un nemico imprevedibile, che presentandosi in un età fragile, come  quella adolescenziale, non ha consentito da subito una diagnosi puntuale ed accurata. Ricorda che  la farmacia in quella fase è stata d’aiuto ad alleviare i sintomi, Lo stato di malessere, ha tenuto a precisare, spesso deriva da uno stato di ansia e fobia di un presunto attacco in momenti importanti o lavorativi della vita quotidiana”. In una patologia così invalidante e diffusa, come riportato dai dati dell’OMS, il ruolo del farmacista diventa cruciale e di indirizzo per la prevenzione e per l’aderenza alla terapia.

Nei metodi di prevenzione, consigliare l’utilizzo del diario delle cefalee può aiutare i pazienti a registrare, e quindi a monitorare, quante volte e per quanto tempo persiste il “mal di testa”, e gli altri sintomi legati ad essa come l’aura, la fotofobia, fonofobia, nausea o vomito. Quest’ultimo strumento considerato altrettanto utile per i neurologi nel poter effettuare una diagnosi più precoce.

Non meno importante l’attenzione verso le cure farmacologiche prescritte dagli specialisti e la corretta assunzione dei farmaci, verificando così che non si presentino casi di “cefalea da abuso di farmaci” che riguardano i FANS o Triptani, e l’assunzione di medicinali diversi da quanto indicati.

 

 Esistono farmaci solo terapeutici o preventivi?

Entrambi, per esempio i primi gepanti immessi in commercio (come l’erebumab) venivano consigliati per la profilassi degli attacchi di emicrania, mentre nel 2019 e 2020 sono stati approvati due farmaci, chiamati  ubrogepant  e  rimegepant,  per il trattamento acuto dell’emicrania. Per quanto concerne la sintomatologia è stata introdotta anche una nuova classe di farmaci, i ditani, il cui bersaglio riguarda il recettore della serotonina. Uno studio recente ha dimostrato che i gepanti e i ditani possono essere meno efficaci dei triptani nel ridurre il dolore correlato ad un attacco emicranico, però risultano più sicuri, soprattutto, nei pazienti con problemi cardiovascolari.

 

Fonti:

A cura di Maria Francesca Gallo.