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Il ruolo chiave della prevenzione

 L’introduzione delle vaccinazioni è stato uno degli interventi di sanità pubblica più rilevanti per l’umanità, determinando una riduzione nel contrarre infezioni, una riduzione dei costi sanitari e sociali ad esse associati e della mortalità causata da patologie prevedibili ed invalidanti. La progressione in campo scientifico delle conoscenze e dell’applicabilità delle stesse ha determinato un incremento dell’offerta vaccinale e la gratuità ne ha garantito la copertura vaccinale prefissata. Tale copertura fa riferimento alla percentuale del 95% stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) volta al raggiungimento dell’“immunità di gregge”.

Che cos’è l’immunità di gregge?

Per “immunità di gregge” si intende una copertura immunitaria fornita da una parte di popolazione vaccinata verso la totalità degli individui: la soglia del 95% garantisce quindi l’arresto dell’agente patogeno; in questo modo si ha la tutela sanitaria anche di quegli individui fragili che, a causa di avverse condizioni di salute, non possono essere vaccinati. Da ciò consegue la scelta responsabile dell’atto della vaccinazione, a tal punto che negli ultimi quindici anni si è intrapreso un percorso socio-culturale verso un approccio consapevole e volontario della scelta vaccinale, mirato alla comprensione dell’importanza della prevenzione quale arma indispensabile per la salvaguardia della salute. Tuttavia, a partire dal 2013 nel nostro Paese si è registrato un trend negativo nel ricorso alle vaccinazioni che ha determinato un progressivo calo della copertura sulla popolazione, andamento confermato dai dati ministeriali del 2016. Le cause di questa riduzione vanno ricercate principalmente in una scarsa consapevolezza degli effetti benefici per la salute individuale e collettiva, in una ridotta percezione dei rischi legati alla circolazione di alcuni agenti patogeni e nelle false teorie che correlano l’insorgere di alcune patologie in seguito alla somministrazione dei vaccini. Dal 1999 ad oggi, la mancata vaccinazione non ha comportato l’esclusione scolastica, in quanto la copertura vaccinale era tale da consentire l’immunità desiderata, ma veniva pertanto solo trasmessa una comunicazione da parte dei dirigenti scolastici alla Asl di competenza e al Ministero della Salute.

Cosa cambia con la conversione in legge del “decreto prevenzione vaccinale”?

Il decreto-legge è stato emanato per garantire atti omogenei sul territorio riguardanti prevenzione, contenimento e riduzione dei rischi ed assicurare i necessari provvedimenti di profilassi sanitaria. In questo nuovo scenario si definisce un panorama multi-funzionale fatto di tanti attori con diverse competenze: dall’aggiornamento professionale e formazione specifica da parte degli operatori sanitari, ad interventi di comunicazione volti ad informare la popolazione. Una novità assoluta, invece, riguarda l’istituzione dell’Anagrafe Nazionale Vaccini presso il Ministero, una sorta di archivio informatizzato in cui sono catalogati tutti i soggetti vaccinati, quelli da sottoporre a vaccinazione ed i relativi modi e tempi di somministrazione; un sistema di vaccino-vigilanza che grazie alle competenze dell’Aifa e dell’ISS esegue una relazione annuale su tutti i dati presenti sul sistema di Farmacovigilanza, dagli effetti avversi agli indesiderati ed infine l’unità di crisi avente funzione di coordinamento di tutti i soggetti istituzionali impegnati nella prevenzione e nella gestione dei rischi. Il decreto-legge è stato emanato per garantire atti omogenei sul territorio riguardanti prevenzione, contenimento e riduzione dei rischi ed assicurare i necessari provvedimenti di profilassi sanitaria. Prendendo a campione la fascia di minori di età compresa tra zero e sedici anni, la sintesi delle novità vaccinali prevede che le vaccinazioni obbligatorie gratuite, che garantiscono l’ammissione scolastica, diventino dieci e quelle fortemente raccomandate passino da zero a quattro.

 

 

 

L’obbligatorietà temporanea del quadrivalente potrà essere eliminata in seguito a monitoraggio di almeno tre anni. E’ bene sottolineare che il decreto non modifica il Calendario Vaccinale Nazionale, quindi le immunizzazioni e la scansione temporale restano le stesse. Aspetto fondamentale per una corretta analisi e somministrazione è quindi l’osservazione del Calendario stesso, vigente nel proprio anno di nascita, che suddivide in base a range annuale, i nati che devo seguire il Piano Nazionale Vaccini 1999-2000 /   2005-2007  /   2012-2014 e 2017-2019. Da qui, la stretta collaborazione tra tutte le componenti dell’amministrazione statale e territoriale diventa perno essenziale nell’informare e nel monitorare tempi e modalità di somministrazione.

Cosa prevede il Piano nazionale vaccinale per gli over 65?

Un’analisi a parte riguarda gli ultrasessantenni; le nuove conoscenze acquisite in campo epidemiologico e il progresso in ambito scientifico hanno consentito il perfezionamento di tecniche innovative che hanno portato allo sviluppo di nuovi vaccini. Questi nuovi vaccini non risultano essere obbligatori ma solo consigliati. Un esempio è rappresentato dal vaccino per l’Herpes Zoster, la terza quanto ad importanza tra le vaccinazioni consigliate per il soggetto anziano. Tale immunizzazione è in grado di ridurre di circa il 65% i casi di nevralgia post-erpetica, una delle complicanze più frequenti e debilitanti della malattia, e circa il 50% di tutti i casi clinici di zoster. L’Herpes Zoster, malattia fortemente debilitante, può aumentare il rischio di patologie o aggravare il quadro clinico di un paziente già compromesso, ragione per la quale in presenza di malattie già conclamate quali diabete miellito, patologia cardiovascolare e BPCO, la vaccinazione viene offerta. Essendo la popolazione anziana fortemente differenziata, si passa da soggetti in ottimo stato di salute ad altri con quadri clinici fortemente compromessi, ogni situazione va accuratamente valutata con una scelta consapevole, scelta che ad esempio non desta alcun dubbio per quel che concerne il vaccino antinfluenzale, assolutamente raccomandato per questa specifica fascia di età.

In questo scenario poliedrico, in cui scienza e libertà di pensiero cercano di trovare un punto di incontro, diventa essenziale il ruolo che gli operatori sanitari esercitano ogni giorno, sul territorio. La sinergia d’azione e la capacità di informare tutta la popolazione in maniera completa e puntuale, è di vitale importanza per consentire ad ogni soggetto e paziente di capire l’importanza esercitata da alcune scelte consapevoli.

Etica e professione devono più che mai coniugare l’aspetto umano a quello strettamente tecnico, prezioso frutto della formazione ricevuta, per confermarsi anello insostituibile della Sanità.

 

Carolina Carosio