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Il fumo: danni e nuove prospettive

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i fumatori nel mondo sono circa un miliardo e cento milioni, 950 milioni di uomini e 177 milioni di donne, e rappresentano il 21% della popolazione mondiale adulta. Il fumo di tabacco rappresenta ancora oggi una delle più importanti cause di malattie e di decessi nel mondo: la seconda causa di morte ed il principale fattore di rischio prevenibile.

Secondo alcune proiezioni a livello globale nel 2030 si potrebbe arrivare a 8 milioni di decessi l’anno dovuti al fumo.

Il fumo di tabacco favorisce l’insorgenza di patologie cardio-vascolari (arteriopatie centrali e periferiche) e respiratorie (Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva), ha effetti negativi sulla gravidanza, sulla fertilità e sulle terapie per la fertilità (il cui successo risulta ridotto del 34%), sull’apparato digerente (Morbo di Crohn), sul derma (invecchiamento precoce), e rappresenta il primo fattore di rischio per il tumore al polmone, come affermato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, e per altre tipologie di tumori.

Il mondo scientifico concorda che la causa primaria delle patologie fumo correlate non è la nicotina, che comunque crea dipendenza ed agisce sul sistema cardiovascolare, bensì le sostanze dannose che si formano durante la combustione del tabacco. Infatti nel fumo di sigaretta prodotto dalla combustione del tabacco (dove la temperatura raggiunge i 900°C) si generano migliaia di sostanze dannose (la letteratura ne riporta da 4000 a 8000), delle quali alcune decine sono cancerogene.

Viceversa, se il tabacco viene riscaldato ad una temperatura massima di 350°C, si genera un aerosol composto prevalentemente da acqua, glicerina e nicotina, riducendo pertanto le emissioni di sostanze dannose rispetto al fumo di sigaretta e, quindi, riducendo potenzialmente il danno.

Diverse istituzioni quali il Royal College of Physicians (“La nicotina è la medesima sostanza che l’FDA ha riconosciuto per più di 30 anni come un trattamento sicuro ed efficace. Le persone muoiono di malattie fumo-correlate a causa di sostanze presenti nel fumo, non a causa della nicotina”) e la Food and Drug Administration (“.. dato che la maggior parte del danno causato dal fumo non deriva dalla nicotina, bensì dagli altri componenti del fumo di tabacco, la salute e l’aspettativa di vita dei fumatori di oggi può essere radicalmente migliorata incoraggiando il più possibile i fumatori a passare ad una fonte di nicotina che non preveda il fumo di tabacco”) hanno avvallato queste conclusioni.

Di fronte a questo nuovo panorama è corretto chiedersi se le politiche sanitarie, che operano attraverso l’informazione (cessazione del fumo), l’estensione dei divieti e la leva fiscale, non debbano sviluppare maggiormente anche un’altra dimensione di intervento, quella della “riduzione del danno”.

Sul concetto della “riduzione del danno”, che non rappresenta, ovviamente, un’alternativa alle politiche di disassuefazione, sono orientati i prodotti di nuova generazione: sigarette elettroniche prodotti a tabacco riscaldato, frutto dell’incontro tra un approccio regolatorio science-based, innovazione tecnologica ed una rigorosa metodologia scientifica.

 

I prodotti di nuova generazione possono rappresentare delle alternative valide rispetto a continuare l’utilizzo di sigarette, ma l’opzione migliore per la salute rimane smettere di fumare o non iniziare affatto.

 

A cura di Giuseppe Giannico