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Il farmacista Health-Influencer: il progetto Gatekeeper

Farmacista clinico, farmacista vaccinatore, farmacista oncologico… il sostantivo farmacista si accompagna sempre più spesso ad aggettivi che contraddistinguono un nuovo ruolo, una nuova competenza.

La pandemia ha incrementato la tendenza a cercare sul web informazioni sulla patologia, sui comportamenti da adottare. Il web è stato utilizzato come fonte da 39 milioni di italiani. Il vantaggio è sicuramente la velocità nel reperire informazioni in tempo reale, rispetto ai media tradizionali. Tuttavia l’83,4% degli italiani si è imbattuto in almeno una fake-news sulla pandemia. Rimane ora l’abitudine di utilizzare internet e in particolare i canali social per reperire informazionianche su salute e benessere. Ognuno di noi viene raggiunto da un gran numero di comunicazioni attraverso vari strumenti digitali, come storie, post, reel, foto, dirette e chat, che influenzano e modificano le nostre abitudini. Il farmacista, in questo contesto, può diventare Health-Influencer: può rispondere a un’esigenza di ricerca di informazioni chiare, validate scientificamente e di qualità, con un linguaggio immediato, semplice e facilmente comprensibile.

Nasce così la collaborazione dell’Ordine dei Farmacisti di Brindisi, con il supporto di Agifar, al progetto pilota GATEKEEPER. Si tratta di uno studio osservazionale dal titolo “Stili di vita e promozione della salute negli over 55” il cui intento è di valutare l’utilità dell’intelligenza artificiale e dei Big Data nel promuovere corretti stili di vita in soggetti con più di 55 anni.

Il progetto, finanziato dall’Unione Europea e portato avanti da AReSS Puglia in collaborazione con il Politecnico di Milano consta per i farmacisti di due attività:

  • recruiting: arruolamento diretto dei cittadini over 55 che riceveranno, tramite una App, messaggi volti ad orientare i comportamenti verso sane abitudini quotidiane grazie a un allenatore virtuale che selezionerà contenuti personalizzati;
  • eCoaching: realizzazione di videomessaggi per sensibilizzare all’uso corretto di farmaci e integratori, all’assiduità nei controlli periodici, alla partecipazione ai programmi di screening, a una corretta alimentazione, a incentivare l’esercizio fisico e quello mentale.

Il camice bianco e il caduceo nei video sono elementi distintivi del farmacista e ne sottolineano il ruolo come esperto della salute. Il linguaggio è semplice e diretto e in un minuto, tempo stimato ottimale per non distogliere l’attenzione, l’utente è portato a analizzare le proprie abitudini e valutare se e come può migliorarle per ridurre o rimuovere condizioni predisponenti a patologie che possono ridurre la qualità e l’aspettativa di vita.

Al termine dello studio si verificherà se e come questo tipo di intelligenza artificiale può avere un impatto positivo in termini di salute, ad esempio con una riduzione dei ricoveri o una minore incidenze di patologie. Verrà effettuata anche una valutazione costo-efficacia per il futuro impiego su larga scala di tali applicazioni all’interno di strategie di invecchiamento attivo.

Il farmacista, dunque, dal banco o dallo schermo di uno smartphone può contribuire a far adottare ai cittadini comportamenti virtuosi dispensando in ogni caso pillole di salute.

 

A cura di Stefania Agrimi