L’insufficienza venosa degli arti inferiori è una patologia cronica causata dalla difficoltà del sangue nel ritornare dalle vene periferiche delle gambe al cuore. Il periodo estivo e il caldo vanno ad acuire i sintomi di questa condizione, le gambe diventano infatti più affaticate, doloranti e gonfie.
Più del 30% delle donne in Italia soffre di questa patologia, nonostante oggi si assiste ad un aumento di casi negli uomini. Questa incidenza può incrementare e andare incontro a peggioramento, poiché strettamente legata ad abitudini alimentari scorrette e stili di vita sedentari, tipici dei contesti Occidentali. Le temperature calde inducono il corpo ad una vasodilatazione di tutto il circolo venoso e le vene delle gambe, già affette dall’insufficienza venosa, hanno una maggiore sofferenza in quanto ciò scaturisce un ulteriore ingrossamento.
I sintomi tipici della patologia durante la stagione estiva peggiorano, sfavoriti dal ristagno di liquidi che il drenaggio più lento causa. L’umidità, le temperature alte e la più marcata sedentarietà aumentano il disagio. Il progressivo peggioramento delle strutture vascolari e la multifattorialità danno luogo ai segni come le teleangectasie, vene varicose, edema, lesioni trofiche, ulcere.
E’ importante seguire alcune regole per aiutare e prevenire la comparsa di vene varicose, o per controllarne l’evoluzione, come la ridotta esposizione delle gambe al sole, evitare la depilazione delle gambe con la ceretta a caldo, in caso di lunghi viaggi evitare di stare seduti troppo a lungo, indossare abbigliamenti comodi, evitare di essere in sovrappeso, idratare la pelle delle gambe non usando gel o composti a base alcolica (disidratano). Particolare attenzione bisogna porre all’alimentazione, attraverso l’assunzione di alimenti con poco sale, ridurre o abolire l’assunzione di alcol e caffè, e privilegiare il consumo di verdure e frutta ricchi di antiossidanti e fibre per combattere la stipsi. L’insufficienza venosa è una patologia spesso sottovalutata, considerata un problema esclusivamente estetico, che se non adeguatamente trattata può portare a complicanze gravi e potenzialmente fatali, come trombosi venose superficiali e profonde, embolie polmonari, distrofie e discromie cutanee, ulcere cutanee con carattere recidivante.
La prevenzione è fondamentale, per questo lo screening del reflusso venoso viene fatto in farmacia per una valutazione iniziale dell’efficienza venosa. Questi dispositivi esaminano il sangue in prossimità della superficie e sono in grado di fornire informazioni relative all’intero sistema venoso (le vene della pelle sono infatti strettamente collegate alle vene profonde della gamba). Un metodo di misurazione che consente di valutare le condizioni delle vene e il funzionamento delle valvole venose è la reografia a luce riflessa (Light-reflection rheography LRR). Il metodo LRR utilizza un sistema non invasivo a luce infrarossa trasmessa attraverso la pelle sulla porzione inferiore della gamba dove due sensori fotometrici misurano la luce riflessa. L’intensità della luce fornisce informazioni relative al volume del sangue nella pelle.
Chi dovrebbe sottoporsi periodicamente a questo test? “Le persone soggette ad alcuni fattori di rischio come debolezza congenita del tessuto connettivo, mancanza di esercizio, lavoro sedentario, squilibri ormonali, gravidanza, sovrappeso, prolungato ortostatismo statico (lavori che prevedono molte ore fermi in piedi). “
L’insufficienza venosa è una patologia degenerativa ed evolutiva che necessita di trattamento per tutta la vita. È necessario apportare degli accorgimenti alle abitudini quotidiane per contrastarla efficacemente come l’utilizzo di calze elastiche prescritte dallo specialista flebologo in base alle caratteristiche della patologia, controllo del peso corporeo con utilizzo di diete specifiche, fare attività fisica di tipo aerobico (privilegiare nuoto, cammino, nordik walking, corsa, bicicletta), evitare posizioni erette prolungate. Altrettanto importante per questi pazienti è l’assunzione di farmaci flebotropi, antitrombotici e/o integratori dietro prescrizione medica specialistica e correggere eventuali alterazioni dell’appoggio plantare per ottimizzare il ritorno venoso dal piede.
Bibliografia
A cura di Maria Francesca Gallo