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De bello italico

L’Anno Domini 2021 inizia in piena continuità con l’uscente 2020: siamo in guerra.

Siamo in guerra con un nemico ostico, che ci vede uscire dalle trincee, dopo un anno passato a parare i suoi colpi bassi, un nemico che abbiamo imparato a rispettare e che ci ha portato a studiare il campo di battaglia e le strategie più opportune per portare a casa il miglior risultato auspicabile.

Al netto di crisi di Governo e tumulti sociali si può sostenere che, in alcune realtà si intraveda la luce ed in altre, più funestate, il buio pesto stia tendendo a schiarirsi in un momento in cui il nostro Paese ha saputo far quadrato e rivendicare un’identità nazionale… ed il mondo della Farmacia ha saputo dire la sua.  La risposta è da ritrovare nella decodifica delle innumerevoli incognite che questa pandemia ci ha posto davanti e che, si spera, trovino una risoluzione nella legge di bilancio 2021 pubblicata il 30 dicembre 2020, sulla Gazzetta Ufficiale n. 322, (L. 178/2020), approvata nello stesso giorno in via definitiva dal Senato della Repubblica e in vigore dal 1° gennaio 2021.

Tale provvedimento porta in dote con sé due aspetti di notevole interesse per la farmacia: test sierologici e tamponi antigenici farmacia.

Il farmacista acquisisce, così, facoltà di effettuare test sierologici e tamponi antigenici (art.1, commi 418-420) presso le farmacie aperte al pubblico (purchè dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario e tali da garantire la riservatezza del paziente) per rilevare l’eventuale presenza di anticorpi IgG e IgM e dei tamponi rapidi per la rilevazione di antigeni derivanti dal virus SARS-CoV-2. Sulla base di tale norma, il farmacista potrà, quindi, procedere direttamente al prelievo capillare di sangue al paziente, circostanza che, precedentemente, strideva con l’idea di autoanalisi contemplata dalla Legge. Tali prestazioni potranno essere espletate con oneri a carico del cittadino prescindendo dalla stipula di accordi a livello nazionale o regionale fissando, liberamente, il prezzo. Per quanto attiene, invece, all’esecuzione di test sierologici ad uso professionale e di tamponi rapidi, occorre che sia stipulato uno specifico accordo con le competenti autorità sanitarie.

Una svolta di rilievo per la Farmacia: è pacifico. Un significativo passo in avanti verso il sistema della “Farmacia dei Servizi” che svincola il farmacista dall’impasse dell’autoanalisi potenziandone l’idea di sentinella della salute affidandogli elementi e opportunità diagnostiche, finora, inesplorate. Un percorso che prova a sanare, almeno parzialmente, l’emorragia di farmaci a favore della distribuzione ospedaliera, dell’e-commerce selvaggio e della riduzione della spesa convenzionata.

Una svolta che potrebbe portare ad esplorare una strada dissestata se non si dovesse tenere debito conto del terreno di scontro con questo coronavirus. Sorge spontaneo, dunque, pensare alle possibili rivendicazioni dei colleghi che, esercitando la professione in parafarmacia, non avrebbero accesso a questa serie di future opportunità, a quei colleghi che, esercitando in farmacie con locali non “al passo con i tempi” accuserebbero il colpo restando indietro rispetto agli altri. O, infine, agli sviluppi a carico dei colleghi che, operando in favore della comunità e della farmacia, non vedono statuita alcuna forma di riconoscimento (sotto forma di indennità o di compenso) se non, in alcuni casi, lasciando alla sensibilità ed al rispetto tributati da direttori o titolari “illuminati”. Situazioni che, in guerra, rischierebbero di intaccare lo spirito di un esercito che ha marciato vincendo piccole campagne militari nella quotidianità, durante gli assedi della pandemia. Situazioni che, non gestite dagli innumerevoli attori in gioco, potrebbero portare a vanificare il bel risultato raggiunto con questa legge di bilancio. Nel mentre, non ci rimane altro che continuare a lottare per la nostra società.

 

A cura di Giuseppe Ruggieri