Di Davide Petrosillo
Presidente Fenagifar
Novembre 2017
Lo scorso 14 novembre, i presidenti di tutte le Agifar d’Italia, accompagnati dai vertici di Fenagifar, sono approdati in Senato per la presentazione dei risultati del loro studio, pubblicato, ideato, progettato e realizzato tutto in casa, con l’aiuto dei loro maestri, i senatori Andrea Mandelli e Luigi D’Ambrosio Lettieri, e con il prezioso contributo della professoressa Erika Mallarini. Tutti emozionatissimi, i presidenti delle diverse Agifar provinciali sono entrati per la prima volta in Sala Nassirya, per illustrare ai rappresentanti del Parlamento della Repubblica, a Federfarma, a Fofi e alla stampa di categoria una loro “storia”, raccolta in una pubblicazione dal titolo AgifarLab: il laboratorio di idee dei giovani farmacisti. Questa storia inizia a FarmacistaPiù 2017, dove si sono tenuti tre distinti tavoli tematici, partecipati da colleghi selezionati mediante una preparazione avviatasi qualche settimana prima. Ogni gruppo di discussione, coordinato da un presidente di Ordine e da colleghi di Agifar, ha trattato uno dei tre temi che, in fase preparatoria, sono risultati di maggior interesse per i giovani: “Farmacista e oltre: formazione specifica e nuove prospettive”; “Europa: opportunità per i giovani farmacisti? Quali vantaggi per lo sviluppo della professione”; “Pharmaceutical care, presente e futuro della professione”.
La formazione professionale specifica, che è stata riconosciuta come il principale strumento di sviluppo della professionalità verso la preparazione del farmacista ai più avanzati livelli, è stata poi oggetto di un sondaggio più approfondito, per capirne i problemi e le esigenze. Volendo tradurre in tre parole chiave quanto è emerso dai lavori, si potrebbero citare: consapevolezza, determinatezza, specializzazione. Non un libro dei sogni, quindi, ma l’attestazione della voglia di essere protagonisti del futuro, sapendo di non essere in mare calmo e con il vento in poppa. I giovani farmacisti risultano essere consapevoli delle criticità, ormai conclamate del settore delle farmacie e in parte già subite sulla propria pelle, per esempio sul fronte dell’occupazione. Sono fortemente determinati a voler conoscere tutti i percorsi che li possano condurre ad acquisire esperienze di crescita, anche mettendosi in gioco, considerando perfino la possibilità di acquisire esperienze professionali in altri Paesi della Ue. Hanno desiderio di seguire e a volte precorrere i processi evolutivi della professione, chiedendo una formazione avanzata che permetta di sviluppare nuovi ruoli della professione.
Non sono mancate le proposte, affidate agli organi più rappresentativi della categoria, come dire: «Noi ci siamo e vi chiediamo di considerarci come un investimento per il futuro della farmacia italiana. Anche per questo, lo studio si propone come un osservatorio permanente sui giovani farmacisti, da ascoltare per valorizzarne tutte le potenzialità. I giovani, quindi, con umiltà e buona forza volontà, sono pronti a giocare la loro partita e ci vogliono arrivare preparati, conoscendo le difficoltà ma sapendo anche che “un mare calmo non ha mai reso esperto un marinaio».
Questa è la concretezza che in altre occasioni ho già citato come preziosa virtù dei giovani farmacisti.