Il 30 Dicembre 2020 si candida ad essere un giorno di svolta per il futuro della nostra professione. Con la pubblicazione, in Gazzetta Ufficiale n. 322, della Legge di Bilancio 2021 (L. 178/2020) viene infatti prevista la possibilità da parte del farmacista di svolgere dei test con funzione diagnostica mediante il prelievo di sangue capillare.
Quelle che fino ad oggi erano “autoanalisi”, prevedendo quindi che fosse il paziente ad effettuare la procedura sotto l’attenta sorveglianza del professionista, diventano quindi prestazioni di prima istanza che può espressamente effettuare il farmacista stesso.
Ciò fa seguito alla disponibilità ed ai risultati che la categoria ha prodotto nell’ambito dello svolgimento dei test sierologici in diverse regioni, nonché in alcune anche di tamponi antigenici rapidi.
Questa apertura porta ad un altro importante riconoscimento di quella “farmacia dei servizi” che in questo particolare momento storico potrebbe vedere la sua realizzazione attraverso un’altra grande opportunità, per il paziente e per il farmacista: la vaccinazione in farmacia.
È infatti notizia ufficiale del 26 gennaio 2021 quella che vede, ad esempio, riconosciuta alla Lombardia ed al Piemonte la possibilità di somministrare in farmacia i vaccini in via di approvazione da parte dell’Ema, vedasi Astrazeneca, che abbiano condizioni di conservazione possibili da garantire nel presidio territoriale, a differenza di quello Pfizer.
Questo traguardo è stato ottenuto grazie ad un accordo tra regioni, Federfarma ed Assofarm e vede un importante riscontro anche nella parole del viceministro della salute Sileri, che sottolinea come la farmacia sia “un presidio essenziale, avamposto del Sistema Sanitario Nazionale” che si è fatto trovare pronta in questa emergenza, dovendo così necessariamente essere coinvolta nella vaccinazione di massa contro il Covid-19.
Nel testo della legge di Bilancio, è quindi espressamente consentito, nel comma 471, al farmacista di effettuare il vaccino intramuscolo ed il richiamo “sotto la supervisione di medici assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario formato”. Ciò ovviamente avverrà attraverso la stipula di contratti precisi con la Federfarma e l’Ordine, senza oneri per la finanza pubblica.
Soddifatti anche gli esponenti della categoria: il Presidente di Federfarma, Marco Cossolo, si augura una partenza già da fine marzo ed auspica un’uniformità a livello nazionale dei protocolli, mentre l’On. Andrea Mandelli, presidente FOFI, sottolinea come questo accordo avvicini l’Italia ad altri paesi europei in cui le vaccinazioni vengono gestite da anni in farmacia.
La Farmacia italiana ha così guadagnato sul campo la possibilità di affrontare la sfida più grande, ottenuto grazie alla capacità dei colleghi di farsi trovare sempre pronti in tutte le fasi di questa pandemia, in cui il nostro ruolo sanitario è stato riconosciuto a tutti i livelli, in primis dai cittadini ed ora anche dai decisori politici.
A cura di Francesco Ferro Russo
Bibliografia
https://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=22166