È ampiamente riconosciuto che lo stile di vita e le abitudini alimentari influiscano sul rischio di ammalarsi di cancro: già dagli anni ’60 del secolo scorso si era osservato che l’incidenza di molti tumori era più alta nei paesi dove la dieta era più ricca, in particolare più ricca di proteine animali. Questa correlazione geografica non era assolutamente una casualità, infatti l’incidenza di tumori era molto frequenti in occidente, si pensi al cancro dell’intestino e della mammella, ed era molto bassa nei paesi orientali. Non si trattava di una condizione genetica, in quanto, quando si valutava la popolazione giapponese emigrata negli Stati Uniti, in poche generazioni l’incidenza valutata, era simile a quella degli uomini e delle donne americane.
Successivamente, sono stati condotti molti studi casi-controllo, basati sul confronto della dieta abituale dei malati di tumore con quella di persone sane, e si è dimostrato che modificando la dieta il processo evolutivo di molti tumori può essere rallentato o bloccato.
È stato dedotto, che una dieta che riduce il rischio di ammalarsi di cancro, è una dieta che permette di essere snelli, ricca di cereali integrali, legumi, verdura e frutta, poca carne rossa, senza salumi e bevande zuccherate di ogni tipo. Attenersi a queste semplici regole e praticare quotidianamente almeno mezz’ora di esercizio fisico, riduce l’incidenza della malattia tumorale di una percentuale pari al 35%.
Mangiare poco e bene, attiva meccanismi cellulari di risparmio energetico e inibisce attività ad alto dispendio come la proliferazione. Mangiare troppo, al contrario, è causa di obesità che risulta essere uno dei fattori più importanti predisponenti alla malattia, infatti il paziente obeso si ammala più facilmente.
Il ben noto meccanismo che lega l’obesità al cancro, è mediato dall’ insulina, ormone prodotto dal pancreas e importante fattore di crescita: alte concentrazioni, stimolano la sintesi di ormoni maschili, di fattori di crescita vascolari, di ormoni prodotti dal tessuto adiposo ed inibisce la sintesi della globulina che lega gli ormoni sessuali modificando la disponibilità; tutto questo scenario, interviene nei processi ossidativi ed infiammatori.
Il legame tra cibo e cancro è molto complesso, poiché sono tante le sostanze chimiche che ingeriamo tutti i giorni e diventa difficile isolare l’effetto causale di singoli alimenti o nutrimenti nell’ insorgenza del cancro, i rischi predisponenti sono piuttosto dovuti ad una combinazione di fattori che influenzano diversi meccanismi sul funzionamento cellulare stesso.
Ad oggi, sappiamo che le diete ricche di zuccheri semplici e di carboidrati raffinati concorrono allo sviluppo di tumori promuovendo la produzione d’insulina che incrementa il peso corporeo e danneggia le proteine causando stress ossidativo; gli acidi grassi trans, alterano le strutture cellulari, modificando la trasmissione dei messaggi all’ interno della cellula, favorendo l’infiammazione e la resistenza insulinemica.
Possiamo tuttavia agire in un’ottica preventiva, mettendo in tavola le giuste proporzioni di alimenti benefici: sali di calcio, vitamina c, diversi polifenoli, contenuti in verdure fresche che hanno proprietà antiossidanti, dunque la capacità di ridurre l’effetto deleterio di molte sostanze, così come le fibre vegetali di cereali e legumi, che fermentano nell’ intestino e danno origine ad acidi grassi a catena corta, preziosi nel nutrire la mucosa intestinale e nel ridurre la proliferazione cellulare.
Resta una certezza che va comunicata sempre ai nostri pazienti: il consumo vario e moderato di alimenti semplici e poco conservati, in associazione alla varietà stagionale di verdura e frutta ha un alto potere protettivo nei confronti della cellula umana, nonché un aiuto insostituibile per il benessere del nostro organismo.
A cura di Lucia D’Amico