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Convegno- Fenagifar – “La telesorveglianza quale strumento di supporto territoriale: dal percepito dei pazienti aspetti legali e di applicabilità”

L’ottava edizione di FarmacistaPiù, ancora in versione digitale, ospita come ormai di consueto il convegno Fenagifar, incentrato quest’anno sul tema della telesorveglianza territoriale e della telemedicina in farmacia: argomento salito ancor più alle luci della ribalta in epoca pandemica.

È proprio sul ruolo della farmacia in quest’ottica che un gruppo di figure di spicco del settore è chiamato a confrontarsi: la nostra Presidente Carolina Carosio infatti ha moderato gli interventi del Dott. Maurizio Pace, Segretario della Fofi, della Dott.ssa Maria Vitale, Project Manager dell’Agenzia di Valutazione Civica, della Dott.ssa Lara Bellardita, Psicologa Clinica e della Salute, del Dott. Antonello Mirone, Presidente di Federfarma Servizi, e del Dott. Marco Marcocci, Presidente Confcooperative Lazio.

 

Dopo l’introduzione della Dott.ssa Carosio, volta a sottolineare quanto la tematica oggetto del convegno sia di attualità e di ampio respiro nell’interesse del paziente, è il Dott. Pace a prendere la parola e ripercorrere brevemente l’evoluzione della “Farmacia dei Servizi”, pensata nel 2006, regolamentata nel 2009 ed oggi finalmente nel vivo della sua attuazione.

Indubbio, infatti, che la pandemia abbia agito da catalizzatore per questo settore, strumento indispensabile per sostenere il paziente ed appianare le difficoltà del SSN rese ancor più evidenti in questi ultimi due anni: come dimenticare infatti, ricorda il Presidente della Fondazione Farma Academy, il fatto che a causa del Covid molte patologie croniche siano passate in secondo piano.

Forte anche dell’esperienza pilota nel Lazio ed in Lombardia, infatti, è proprio nella telemedicina nonché nella telesorveglianza che possono risiedere i presupposti per un risparmio del Sistema Sanitario soprattutto nell’ottica di prevenzione e monitoraggio costante.

Improcrastinabile, a tal proposito, la digitalizzazione della sanità in termini di fascicolo sanitario elettronico, tematica portata all’attenzione anche del Ministro Speranza.

 

La prospettiva dei cittadini viene invece rappresentata dalla Dott.ssa Vitale che, quale esponente della componente civica, sottolinea con forza come il ruolo della farmacia sia andato nella direzione delle esigenze del paziente, in un momento in cui molte strutture non erano in grado di garantire l’accesso e la continuità delle cure. È proprio nella presa in carico della cronicità, anche e soprattutto tramite questi nuovi mezzi digitali, che il cittadino identifica il ruolo della farmacia nel futuro ed in tale ottica sono stati ricordati con soddisfazione tutti i progetti di aderenza alla terapie di cui i colleghi si sono resi partecipi, offrendo spesso anche una importante consulenza personalizzata.

 

Importanza paritaria rispetto alle patologie croniche, assume la salute mentale ed il suo monitoraggio costante: qui entra in scena la Dott.ssa Bellardita, Dottore di ricerca in Psicologia Clinica, che riporta alcuni dati raccolti nel periodo pandemico. Interessante notare come il 25% del campione preso in esame da uno studio a sua cura abbia sofferto di disturbo post traumatico da stress, percentuale confermata come proporzioni anche da un vasto studio pubblicato da “Lancet”, tenuto in 204 paesi, dove la stessa percentuale del campione riporta ansia e depressione. Questi dati, integrati con quelli pre-pandemici che vedevano solo il 5% del campione rivolgersi ad un supporto consulenziale in questo settore, accendono un campanello dall’allarme sul tema e ci impongono riflessioni su quale ruolo sia la telesorveglianza sia la farmacia possano svolgere per dare la possibilità al paziente di sentirsi a suo agio nel parlare di queste problematiche. Per questo è fondamentale che il professionista sia in grado di comunicare nel modo giusto, al fine di prevenire gli effetti a lungo termine, di natura sociale ed economica, che questo fenomeno può provocare.

 

A seguire, la prospettiva di Federfarma Servizi viene rappresentata dal Dott. Mirone che dà un taglio pratico a quelli che sono i progetti delle cooperative nell’ambito del teleconsulto.

Egli ricorda infatti come sia il dato aggregato ad avere importanza; quindi, sottolinea come siano le reti di farmacie a creare valore per il cittadino stesso. L’impennata di richiesta della telemedicina in farmacia, che segna fino al +40% in epoca Covid, non fa altro che rafforzare la convinzione che gli strumenti per i professionisti cambino ma il bisogno di salute per i cittadini rimanga lo stesso: questo rappresenta un posizionamento fondamentale per le farmacie nel futuro, attraverso la capillarità e la prossimità che le sono proprie, per il settore sanitario in cui la territorializzazione rappresenta un punto determinante per il paziente.

 

Ad integrazione di questa visione, dà man forte l’approccio multidisciplinare apportato dal Dott. Marcocci, Presidente di Confcooperative Lazio, che sottolinea nuovamente l’importanza delle reti tra farmacie ma anche quella della collaborazione strutturata tra vare figure professionali nel panorama sanitario, come ad esempio i medici specialisti.

Il progetto del Consorzio Assistenza Primaria (CAP) infatti va proprio nell’ottica di unire questi punti chiave a livello territoriale, dando valore alla prossimità ed a quella assistenza domiciliare in telesorveglianza riconosciuta anche dal PNRR.

 

Per concludere, la Dott.ssa Carosio apre uno spiraglio sul futuro ed i relativi obiettivi per la telesorveglianza, invocando un giro di tavolo volto all’integrazione delle esperienze dei relatori.

La Dott.ssa Vitale sottolinea come per il cittadino sia la farmacia il punto di partenza di questo percorso e come risulti capitale l’importanza di raccogliere dati aggregati da sottoporre ai decisori politici, formando degli standard qualitativi riconosciuti da certificazioni specifiche ed auspicando l’integrazione di competenze tra vari professionisti.

La Dott.ssa Bellardita, a sua volta, sottolinea la fondamentale importanza di una corretta comunicazione col paziente in tutte le sue fasi, che vanno rispettate in maniera attenta anche e soprattutto comunicando in formato virtuale: come la creazione del giusto contesto, la focalizzazione sull’esigenza, la condivisione senza dare nulla per scontato.

Il Dott. Mirone torna ad auspicare una standardizzazione ed un percorso condiviso tra professionisti nell’ottica di un teleconsulto addirittura quotidiano col paziente; filone sul quale si colloca anche il Dott. Marcocci che auspica omogeneità nei prossimi 5 anni sottolineando quanto ancora ci sia da fare per la digitalizzazione della sanità, per il Fascicolo Sanitario Elettronico e per rendere i dati interoperabili mediante piattaforme di telemedicina flessibili ed avanzate.

Da questo confronto sul futuro, suggella la Dott.ssa Carosio, si evince come sia di capitale importanza “fare sistema” e valutare i dati in forma aggregata, integrando le figure professionali secondo le proprie competenze e standardizzando il servizio nelle strutture di prossimità.

 

A cura del Dott. Francesco Ferro Russo