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Buoni propositi. Nuove prospettive per la professione, nel 2018, a partire dagli incentivi, contenuti nella Legge di bilancio, per la promozione della farmacia dei servizi

Di Davide Petrosillo,

Presidente Fenagifar

Puntoeffe Gennaio 2018

 

Lasciamo il 2017 che ha portato la farmacia a una svolta epocale, con l’approvazione della legge n. 124 del 4 agosto e tutto ciò che, con l’entrata del capitale in farmacia, ne potrà seguire negli anni a venire, nel bene e nel male. Le previsioni sugli effetti sono tutt’altro che facili, anche se potremmo già avere qualche indicazione dando un’occhiata oltre i confini nazionali. Tuttavia, molto dipenderà dalla capacità di adattamento e di reazione delle farmacie al nuovo; a volte, da un problema nasce un efficace e producente stimolo alla risposta. In ogni caso, il finale d’anno è stato scoppiettante, un po’ come le fontane di luce che hanno illuminato i cieli del mondo intero. I nostri fuochi più luminosi sono stati la nuova Tariffa dei Medicinali, l’innalzamento dei tetti di fatturato per l’applicazione degli sconti Ssn agevolati e lo stanziamento di 36 milioni di euro, in tre anni, da assegnare a nove Regioni per il concreto avvio sperimentale della farmacia dei servizi. E’ con quest’ultimo provvedimento, approvato l’antivigilia di Natale con la Legge di Bilancio, che le farmacie aprono la finestra sul 2018.

E’ un buon auspicio quello di realizzare con il nuovo anno una delle più grandi aspettative: una farmacia aperta a nuovi orizzonti professionali e di crescita.  Il contesto è quello dello sviluppo di nuovi modelli di cura del paziente cronico, nel tentativo di meglio governare la maggiore voce di spesa della sanità, superando la frammentazione dell’offerta, la discontinuità nelle cure, la disomogeneità, gli iper-consumi. Le linee guida e gli obiettivi sono stati già tracciati nel Piano Nazionale della cronicità e mirano a trasformare l’attuale sistema “a silos”, con scarsa o nulla interoperabilità tra le diverse tipologie di assistenza (cure primarie, specialistica, farmaceutica), in un modello integrato, in cui ogni professionista mette in comune le proprie competenze nel raggiungimento di obiettivi comuni, tramite percorsi condivisi. La speranza è da riporre nei progetti che riusciranno meglio a incardinare la gestione della cronicità, nella collaborazione tra operatori (medici, specialisti, farmacie, infermieri).

Il territorio dovrà avere la principale funzione di coordinamento, tramite un approccio multi-professionale che veda i medici delle cure primarie come primi attori, anche mediante i nuovi modelli organizzativi previsti dalla  legge 189/2012 (Aft e Uccp), e le farmacie come insostituibili presidi territoriali a svolgere quelle attività di supporto già ben delineate normativamente con il Dlgs 153/2009. Un’importante partita da affrontare per tutti, non ultima la farmacia.

Sarà essenziale, per prima cosa, condividere le regole del gioco e, in seguito, investire in una meticolosa preparazione dei colleghi, ai quali non deve mancare, a tutti i livelli, anche rappresentativi,  una forte determinazione nella conquista di nuovi compiti e funzioni.