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Antonino Cannavacciuolo e Gordon Ramsey salveranno la tua farmacia!

Guardando la tv negli ultimi anni ho notato un exploit del business legato al food: ormai quasi tutti i canali hanno una rubrica dedicata al mondo della ristorazione e i programmi televisivi che parlano di cibo e ristoranti continuano a fare record di ascolti.

Seguendo questi programmi, oltre a farmi venire un grande appetito, mi hanno anche insegnato una lezione marketing più efficace di quelle tenute dagli esperti di settore e la conclusione è stata questa: Antonino Cannavacciuolo e Gordon Ramsey salveranno la vostra farmacia!

Detto così suona molto strano e probabilmente vi sarete fatti una risata nell’immaginare questi due grandi chef di fama internazionale mentre salvano la vostra farmacia dalla guerra dei prezzi o del sottocosto selvaggio, ma forse quello che sto per dirvi potrà darvi più di uno spunto per raddrizzare la rotta.

Analizzando i programmi dei due fenomeni del fornello si nota un filo conduttore formato da 3 mosse che cambiano le sorti di ristoranti alla deriva, che sempre più spesso navigano a vista perché hanno perso il loro focus iniziale.

Questi 3 cambiamenti radicali prevedono altrettanti tipi di investimento, uno emotivo, uno economico ed uno professionale.

Partiamo con ordine, il primo cambiamento necessario per riaccendere il fuoco del business riguarda la squadra, infatti i due chef si tolgono il grembiule e prima di operare qualsiasi cambiamento svolgono un ruolo simile a quello di un coach per individuare ruoli e mansioni all’interno del gruppo di lavoro, questo è un investimento emotivo in cui è bene risolvere tutte le beghe interne per creare una squadra che possa remare tutta nella stessa direzione

Secondo passaggio riguarda l’investimento economico, il locale viene rinnovato seguendo un filo conduttore che sempre più spesso fa coincidere la specializzazione con la storia della famiglia che conduce l’attività.

Ultimo passaggio riguarda l’investimento professionale e se noti nel programma è anche quello con maggiore risalto. Per uno chef la professionalità si esalta dando vita a piatti unici, diversi da quelli che puoi trovare dai vicini concorrenti e che legano la sua esperienza al risultato finale, soddisfare il cliente con qualcosa di unico, di ricercato e che porti la sua firma.

Cosa possiamo fare in farmacia?
Partire sicuramente dalla nostra professionalità, puntando ad essere unici, diversi dal nostro vicino affezionato al 3×2 o da comparatori di prezzo (se non l’hai mai fatto ti invito a dare uno sguardo a trovaprezzi.it) che danno risalto ai prodotti da te consigliati ma con un prezzo da discount della salute.

Il primo passo quindi è dare vita all’alter ego del tuo consiglio, ovvero avere una linea differenziante che possa portare in alto la tua professionalità e il tuo nome.

Ecco come mi immagino i prodotti consigliati in farmacia, con uno stile diverso dagli altri, più genuino e non un tentativo mal riuscito di imitare i farmaci, dando vita ad una linea personalizzata, che punti alla qualità delle materie prime, elemento imprescindibile per ottenere i risultati richiesti, che mantenga uno stile con un richiamo al laboratorio galenico, luogo che incuriosisce il cliente ma che al tempo stesso gli dà il privilegio di un prodotto fatto apposta per lui.

Analizzando il mercato di vendita del comparto SALUTE nel 2018 troviamo dei dati molto interessanti, dove la voce che riguarda autocura/commerciale segna un incremento di 2,1% rispetto al 2017 con un fatturato annuo pari a 10 miliardi di Euro solo in Italia.

Di questo fatturato i due campioni delle vendite, che fanno registrare gli incrementi più importanti, sono la cosmetica con 2 mld e la nutraceutica con 3,7 mld; stiamo parlando dei mercati nel quale il consiglio del farmacista ha un’influenza superiore al 50%, quindi significa che il farmacista dirige (alcune volte a sua insaputa) un mercato ENORME!

Da questi dati bisogna prendere spunto per tracciare una linea guida della farmacia e del farmacista che deve sempre più essere un consulente della salute che per differenziarsi ha bisogno di puntare sulla sua professionalità ma che al tempo stesso la deve trasformare nel consiglio di un prodotto unico che lo rappresenti e diversifichi dalla massa.

A cura di Luca Spagnolo