La graviola (detta anche guanàbana o corossole) è il frutto di una pianta tropicale, Annona muricata, ma spesso questa denominazione è usata per indicare gli estratti del frutto con presunte attività curative. La pianta è diffusa nella foresta pluviale di Africa, America del sud e Sudest asiatico. In molti Paesi occidentali è possibile acquistare composti a base di graviola sotto forma di capsule o di tè, mentre l’industria alimentare utilizza la graviola nella preparazione di gelatine, caramelle e gelati.
Gli studi fitochimici hanno identificato le acetogenine annonacee tra gli ingredienti della graviola come possibili principi attivi. La pianta ne contiene circa 70, mentre nell’intera famiglia delle Annonacee ne sono state identificate oltre 500. Oltre alle acetogenine, la graviola contiene altre molecole (oltre 200) che potrebbero avere un effetto attivo sull’organismo, come per esempio flavonoidi e alcaloidi isochinolinici.
Infatti, uno studio pubblicato nel 2018 descrive che i benefici terapeutici riportati della graviola contro vari tumori umani e agenti patogeni nella coltura in vitro e nei sistemi di modelli animali preclinici sono testati per la loro capacità di colpire in modo specifico la malattia, esercitando un effetto scarso o nullo sulla normale vitalità delle cellule sane. I costituenti bioattivi specifici responsabili dei principali benefici antitumorali, antiossidanti, antinfiammatori, antimicrobici e di altro tipo della graviola includono le acetogenine annonacee, alcaloidi, flavonoidi, steroli e altri.
Nei Paesi di origine della graviola, i frutti, la corteccia, le foglie e le radici di questa pianta sono usati talvolta nella preparazione di rimedi tradizionali per combattere infezioni virali e parassitarie, reumatismi, artrite, ipertensione, insonnia e infiammazioni. I risultati di alcune ricerche hanno confermato che estratti della pianta possono avere qualche effetto positivo nelle patologie sopra elencate. Per quanto riguarda il cancro, al momento non esistono prove di efficacia e di tollerabilità a sostegno dell’uso della graviola come terapia antitumorale negli esseri umani.
Mentre l’assunzione di graviola come integratore necessita di consultazione medica, in particolare per coloro che sono in cura farmacologica, e non è da intendersi come sostituta di altri farmaci.
Non può essere utilizzata in gravidanza ed allattamento (per mancanza di sperimentazioni) e devono prestare attenzione coloro che soffrono di cuore e di pressione bassa.
Fonti:
Articolo a cura di Maria Francesca Gallo