Il pomeriggio di sabato 21 novembre 2020 ha visto un importante convegno a FarmacistaPiù sull’attuale tema della riorganizzazione del percorso di studi. Seguito da più di 250 partecipanti, l’incontro ha riunito Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca, il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente della fondazione Cannavò, l’onorevole Andrea Mandelli, Presidente di FOFI, il prof.re Gabriele Costantino direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma, la prof.ssa Maria Angela Vandelli, presidente del corso di laurea in Farmacia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il prof.re Andrea Urbani dell’università Cattolica, la dott.ssa Carolina Carosio, Presidente di FENAGIFAR.
In un contesto di grande trasformazione della società, accelerato dalla pandemia, è emerso dal convegno come sia necessario adattarsi ai tempi per garantire una formazione sanitaria sempre più moderna e di qualità.
In questo contesto, chiara è stata la volontà del Ministro di proseguire nel percorso di abolizione dell’esame di stato, sulla scia dell’analoga esperienza della laurea abilitante in medicina. Questo permette di velocizzare l’ingresso al mondo del lavoro dei laureati, importante soprattutto alla luce dell’emergenza sanitaria evitando una spesa piuttosto ingente per il giovane neolaureato, pur non inficiando sulle competenze e sulla sua formazione.
L’università Italiana infatti, grazie alla sua ricca offerta didattica, è stata in grado di formare futuri professionisti del farmaco in maniera ottimale, ma è stata evidenziata la necessità di ridiscutere l’assetto formativo, alla luce dell’esigenza della farmacia italiana di avere giovani competitivi nel mondo del lavoro e dalle competenze sempre più multidisciplinari.
Fra queste spiccano l’importanza delle nuove tecnologie, ed il loro legame sempre più forte con la sanità, basti pensare solamente: alla digitalizzazione e gestione dei dati, fondamentali per la farmacia dei servizi; alla gestione del paziente cronico e all’aderenza alla terapia; ai nuovi dispositivi medici, ecc. Il futuro farmacista, operante in un presidio capillarmente distribuito sul territorio, per essere sempre più vicino al paziente, deve considerare ed operare con tutte queste innovazioni tecniche. Di pari passo, anche il progresso scientifico, con terapie sempre più innovative e disegnate ad hoc per il paziente, affiancate dall’attenzione per la nutrizione, l’integrazione e la prevenzione sono necessarie competenze e di conseguenza devono rientrare nel rimodernamento del percorso di studio. Mai come oggi la comunicazione riveste poi un ruolo fondamentale: molte sono le fonti con cui i cittadini possono reperire informazioni, spesso purtroppo non corrette, o non contestualizzate alla specifica necessità, o incomplete (e di conseguenza inesatte) perché mancanti di un contesto fisiopatologico più ampio, che solo una figura professionalmente preparata può avere. Comunicare correttamente, anche coi i nuovi mezzi che ci sono a disposizione è un’altra delle tematiche importanti per il futuro percorso. Ultimo, ma non per importanza, rappresentando ben il 10 % della formazione complessiva dello studente, è stato valutato il tirocinio professionale. Fra i vari suggerimenti per la rivisitazione di questo percorso che avvicina il laureando al mondo del lavoro, si ricordano: la necessità di linee guida nazionali a garanzia dell’uniformità del percorso e stilate grazie ad una preziosa sinergia fra le figure accademiche ed i professionisti sul campo, per rendere questa esperienza formativa il più esaustiva possibile e conforme al mondo del lavoro; la valutazione delle competenze acquisite, la certificazione dell’impegno per la responsabilità della formazione dello studente.
La farmacia è di certo cambiata: con la legge 69/2009 e l’introduzione della farmacia dei servizi, accanto a quella che da sempre è stata la dispensazione del farmaco si è sviluppato un centro polifunzionale che coopera con gli altri professionisti della salute. Il mondo del lavoro richiede quindi nuove competenze ed è necessario fornirle, per evitare uno squilibrio fra “domanda ed offerta”, armonizzando gli studi a livello nazionale e dando peso al tirocinio professionalizzante per arricchire al meglio i futuri professionisti del farmaco.
Michela Soardi e Francesco Ferro Russo